Fu dopo la prima guerra mondiale però che le opportunità per le donne nel motoracing aumentarono. Maria Antonietta d’Avanzo partecipò nel 1920 alla Targa Florio.
Nel 1926 Elisabeth Junek si afferma come prima automobilista professionista del Gran-prix, vincendo il Gran Premio di Germania.
Dopo la seconda guerra mondiale, Anne Hall vincitrice della “Ladies Cup at the London Motor Rally” in Inghilterra, la “Ladies Cup in the Dutch Tulip Rally” nei Paesi Bassi, la “Coupe des Dames at Monte Carlo” a Monaco, e anche la “Ladies Class of the International Viking Rally” in Norvegia, diviene la più famosa donna pilota dell’epoca.NEL DOPOGUERRA..
Nel 1958 la piliota italiana Maria Teresa De Filippis, partecipa ad un Gran Premio del campionato mondiale di Formula 1, è la prima volta che una donna italiana prende parte a questa competizione.
La pilota italiana, più famosa è però Lella Lombardi, nata nel 1941, che partecipò al Gran Premio del Belgio del campionato mondiale di Formula 1, e ne disputò ben 12 di gare e fù la prima a qualificarsi in zona punti. Una donna col sangue da racer, a soli 13 anni guidò la sua prima macchina. Il record più importante lo stabilì a Barcellona, nel 1975, una gara che non si sarebbe dovuta disputare, dopo 25 giri dalla partenza, la tragedia: l’alettone della Hill di Rolf Stommelen si staccò dalla vettura che volò sul pubblico causando 5 morti e numerosi feriti. La gara ferma e sospesa, la Lombard che al momento dell’incidente si trovava al sesto posto, conquistò quindi mezzo punto e rimane, fino ad oggi, l’unica donna della storia ad entrare in zona punti in una gara di Formula 1.Nel Rally invece, l’esempio per tutti rimane Michele Mouton, classe ‘51, tra le poche donne ad avere vinto gare valide per competizioni di serie mondiali, e dal 2010 dirigente della Federazione Internazionale dell’Automobile.
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